Secondo la definizione ufficiale formulata da Scoppola e colleghi, con il termine Montagnaterapia viene indicato un approccio metodologico di tipo terapeutico-riabilitativo e/o socio-educativo che si avvale della montagna come setting ideale per lo svolgimento di un lavoro terapeutico volto alla prevenzione, alla cura e alla riabilitazione di individui portatori di differenti problematiche psichiatriche, fisiche, emotive e cognitive.
Da sempre infatti la montagna viene associata a significati simbolici riguardanti l’”ascesa”, l’ “andare in alto” e quindi la determinazione, il raggiungimento degli obiettivi e il successo per “aver raggiunto la vetta”.
L’intervento di Montagnaterapia si attua attraverso l’organizzazione di gruppi di piccole dimensioni, generalmente dai 3 ai 10 partecipanti, i quali condividono un percorso attraverso sessioni di lavoro controllate, caratterizzate da una forte attivazione a livello relazionale ed emotivo, che hanno come obiettivo un miglioramento in termini di salute psicofisica e, in generale, di qualità di vita.
Le attività proprie della Montagnaterapia prevedono l’integrazione di obiettivi specificamente socio-sanitari, psicologici e riabilitativi con gli aspetti tecnici e le conoscenze ambientali e culturali necessari allo svolgimento di attività legate alle discipline tipiche della montagna, quali pratiche escursionistiche, conoscenza della flora e fauna del territorio, degli aspetti climatici, arrampicate, camminate, trekking. Il lavoro viene in ogni caso integrato con gli eventuali trattamenti medici, psicologici e/o socio-educativi già in atto.
Il team di Terra Caura
durante il progetto
EtnAddiction - Boati di Libertà
VIVERE LA MONTAGNA: IL MIGLIOR ANTISTRESS!
La montagna offre una valida alternativa non solo per chi necessita di trattamenti terapeutici, ma anche per tutti quelli che necessitano di ritrovare il benessere allontanandosi dai problemi quotidiani e rifugiandosi in un luogo metaforicamente e realisticamente “al di sopra” del caotico e frenetico ambiente cittadino. Il contatto con l’ambiente montano e con la natura in generale, infatti, si contrappone efficacemente ai ritmi tutt’altro che naturali che caratterizzano la quotidianità connotata da inquinamento acustico e atmosferico, stress, richieste, orari, scadenze, fretta nel mangiare, nelle relazioni, negli spostamenti.
La montagna consente di trovare spazi per la rigenerazione, la gratificazione personale, la cura e l’attenzione al corpo e alla mente attraverso la stimolazione dei sensi: a livello visivo, con i suoi colori vivaci, riposanti e intensi; a livello uditivo, con il suo silenzio suscita un’immensa calma e facilita l’ascolto del mondo interiore e un riavvicinamento agli elementi naturali come lo scorrere di un fiume, il cinguettìo degli uccelli, il rumore del vento.
Ma i benefici della montagna si ottengono anche dallo stesso movimento e dalla camminata. Rispetto all'apparato osteo-artro-muscolare, camminare, scalare, arrampicarsi, sono tutte attività che migliorano il tono muscolare, l’elasticità di tendini e articolazioni, ostacolandone il deterioramento precoce. A livello fisico, camminare in montagna, esporsi al sole, fare un lavoro di tipo aerobico, sono solo alcuni aspetti che incidono sulla salute. All’aria aperta, è favorita la produzione di vitamina D, funzionale all’assorbimento del calcio e del fosforo, indispensabili per denti e ossa. L’aria più rarefatta stimola la produzione di globuli rossi e, dunque, l’apporto di ossigeno. Inoltre, man mano che l'altitudine aumenta, diminuisce la pressione atmosferica, l'aria è più pura e più ricca di ozono, meno umida e densa, il che induce miglioramenti in alcune patologie respiratorie. In quota si ha inoltre una minore presenza di sostanze inquinanti, con conseguente neutralizzazione degli effetti prodotti dagli allergeni.
Un altro aspetto non trascurabile circa gli effetti benefici della Montagnaterapia riguarda le dinamiche relazionali. L’organizzazione in gruppi, orientati verso lo stesso obiettivo, favorisce un profondo senso di appartenenza. Inoltre, camminando con altre persone, dormendo in un rifugio, condividendo esperienze come fatica, freddo, fame e sete, e sostenendosi reciprocamente, vengono annullate le diversità. Affrontare questo tipo di situazioni, aumenta il senso di autoefficacia legato alla consapevolezza che le proprie azioni incidono sull’ambiente e sono utili per se stessi e gli altri. Il trovarsi faccia a faccia con le limitazioni stimola a sperimentare nuove strategie relazionali e di problem solving.
In questo articolo sono stati descritti molti degli elementi che rendono così efficace l’ambiente montano quale setting terapeutico su più livelli. Bisogna però fare attenzione a non ridurre l’aspetto “terapeutico” limitatamente all’assenza di malattia ma considerarlo nell’ottica più ampia della promozione della salute e del benessere bio-psico-sociale.